Articoli filtrati per data: Dicembre 2013

Lombalgia cronica nei danzatori: perché molti soffrono di “mal di schiena”?

E bene si, anche le ballerine e i ballerini professionisti soffrono di lombalgia cronica e si affidano regolarmente ai trattamenti Osteopatici per mantenere in equilibrio il proprio stato di salute.

Nei paesi industrializzati il mal di schiena lombare cronico è una patologia molto frequente nella popolazione ed il suo trattamento comporta enormi costi per la società. Insieme alle malattie da raffreddore, il mal di schiena è la ragione più comune di visita al medico di base.

I dolori lombari inoltre costituiscono una delle principali cause di assenza dal lavoro e di richieste di visite specialistiche, indagini diagnostiche interventi vari, con conseguenti costi sanitari altissimi. Negli Stati Uniti sono state stimate cifre che si aggirano intorno ai 50 milioni di dollari l’anno .

Studi scientifici hanno riconosciuto la validità della valutazione e del trattamento osteopatico anche in presenza di dolore lombare cronico che, soprattutto se effettuato entro il primo mese dall’insorgenza del sintomo, restituisce al paziente il proprio equilibrio muscolo scheletrico, evitando interventi ed esami inutili oltre che onerosi .

 

Mal di schiena nello sportivo

Non sono esenti da questa patologia neanche gli atleti, sebbene diverse siano le cause e conseguentemente i trattamenti rispetto alla popolazione normale.

Nello specifico, nei danzatori esso è particolarmente legato alla massa corporea, all’età, al tipo di alimentazione, al tipo di danza praticata, al tipo di coreografie eseguite. Fattori predisponenti sono sicuramente tutte quelle varianti anatomiche che condizionano squilibri muscolari (scoliosi, differenza di lunghezza degli arti inferiori, asimmetria del bacino o rotazione sul piano coronale del bacino, alterazioni delle curve fisiologiche del rachide sul piano sagittale, senza dimenticare lo stato psico-fisico, la malocclusione, pregressi traumi, ecc). Altro fattore sicuramente da non sottovalutare è l’errore tecnico.

Si vuole sottolineare inoltre che la pratica della danza impone al corpo modificazioni del proprio atteggiamento per meglio rappresentare i diversi fondamentali (basti pensare al “collo del piede”) per apparire più aggraziati nelle movenze.

Per quanto riguarda la schiena, è richiesta, mediante esercizi di auto-allungamento, la rettilizzazione delle curve fisiologiche. Il ballerino/a svolge le curve del rachide e quindi modifica anche le forze che i propri muscoli esprimono a livello delle loro inserzioni ossee, modificando quindi la modalità con cui essi lavorano. Carichi di lavoro eccessivi possono danneggiare l’equilibrio funzionale del rachide, facendo comparire dolori. Gottschlich LM , in uno studio recente (2007) che ha coinvolto 141 ballerini professionisti di varie discipline del Salvador, ha evidenziato come l’ 85,8 % di essi sia affetto da LBP. Inoltre ha osservato che tale affezione è legata ad almeno 30 ore settimanali di allenamento.

La colonna è soggetta a molte forze durante la stazione eretta, la deambulazione e la pratica di attività sportive e non.

Concludendo: la danza se ben eseguita è sicuramente un metodo efficace per il normale sviluppo e mantenimento dell’ integrità anatomica e funzionale del rachide, ma in caso di sovraccarico di allenamento può comportare delle ripercussioni all’intero organismo. Questo è il caso delle pazienti che solitamente tratto, ognuna delle quali svolge circa 30 ore settimanali di allenamento, senza contare i periodi di sovraccarico dovuti da allenamenti extra in preparazione a gare e spettacoli.

Soffri di lombalgia? Se avessi un dolore alla colonna vertebrale, non aspettare, chiama Osteopata Roma Claudia Dominijanni usando il form qui a fianco o chiamaci al numero  334 71 95 889 e scopri come l'Osteopata può esserti d'aiuto!

Pubblicato in News Osteopatia Roma

 

Il dolore del rachide cervicale è uno dei motivi di consulto più frequenti  per un osteopata.

La cervicalgia (ovvero il dolore alla cervicale, la parte alta della colonna vertebrale) è uno dei disturbi più comuni del mondo occidentale, il collo è infatti una delle regioni maggiormente sollecitate dal punto di vista meccanico nella nostra quotidianità: spesso affaticato da tante ore alla guida dell’automobile, davanti a pc e telefonini, quasi sempre luogo in cui “scarichiamo” tutto il nostro stress, fisico ed emotivo.

Il trattamento Osteopatico si occupa di tutte le problematiche dolorose acute e croniche, gli esiti di eventi traumatici come il classico colpo di frusta, i casi di limitazione del movimento nei diversi piani dello spazio, nonché i disordini posturali che interessano non solo il collo ma anche spalle, dorso, schiena e non da ultima la rigidità da accumulo delle “tensioni” .

Le tecniche a disposizione dell’osteopata sono le più varie, dalla manipolazione delle articolazioni al rilascio muscolare, fino alle tecniche più delicate e sottili di tipo fasciale o di tipo cranio-sacrale. In comune, queste tecniche hanno lo scopo di fornire ai tessuti l’informazione adatta al soggetto affinché questi si possano trovare nella condizione migliore per ristabilire la propria salute. Non è quindi corretto pensare che l’osteopata sistemi qualcosa “fuori posto”; è più giusto pensare che la sua azione è quella di eliminare delle restrizioni di mobilità che limitano le naturali capacità del corpo di mantenersi in salute e vivere senza dolore.

Il trattamento osteopatico del rachide cervicale diventa così non solo utile per il miglioramento della sua funzione meccanica, ma anche di tutte le altre cui è legato: della funzione vascolare, di apporto arterioso e di drenaggio venoso del cranio e di tutti gli organi presenti nel collo; della funzione nervosa, di innervazione delle spalle e tutti gli arti superiori; della funzione vegetativa, di regolazione della funzione di occhi, fosse nasali, orecchi, e di parte di funzioni cardio-polmonari e digestive; della funzione posturale legata alla funzione della deglutizione, della fonazione e quindi anche della articolazione della mandibola.

 

Come può intervenire l’osteopata in caso di cervicale?

L’Osteopata integra sempre il trattamento di una regione del corpo nel trattamento globale dell’individuo: ogni problematica cervicale va quindi sempre vista nella globalità del paziente e correlata a tutte le sue disfunzioni.

A questo proposito, spesso, a fine trattamento l’Osteopata consiglierà al paziente degli esercizi specifici da effettuare tra una seduta e l’ altra, o in altri casi delle linee guida da mettere in atto durante la giornata.

Se avessi un dolore cervicale che oltre al dolore muscolare si manifesti con mal di testa, radicolopatie, bruxismo, nausea, disturbi gastrointestinali, non aspettare, chiama Osteopata Roma Claudia Dominijanni usando il form qui a fianco o chiamaci al numero  334 71 95 889 e scopri come l'Osteopata può esserti d'aiuto!

Pubblicato in News Osteopatia Roma

Che pensieri frequenta il tuo corpo?

Già i latini pensavano che l’uomo dovesse aspirare a due beni: la sanità dell’anima e la salute del corpo, due polarità complementari della natura umana.

Anche nel pensiero orientale il corpo e la mente sono stati studiati come aspetti inscindibili della stessa entità e grazie alla cura del corpo è possibile aver sane le facoltà mentali.

Partendo da questo presupposto si capisce come sia fondamentale prendersi cura di noi stessi considerando tutti gli aspetti del nostro essere affinchè la nostra mente raggiunga una buona performance, i nostri pensieri siano positivi e conseguenzialmente il nostro corpo ne tragga vantaggio.

Se è vero che frequentare pensieri positivi comporta effetti benefici al nostro organismo, è altrettanto vero che lavorare sulle restrizioni di mobilità di quest’ultimo, migliorandone quindi le funzionalità, riattiva una serie di processi bio-fisiologici che tenderanno alla riconquista del benessere mentale e spirituale.

Siamo un’ equilibrio perfetto di mente corpo e spirito, tre elementi interdipendenti l’un l’altro.

Modificando anche uno solo di questi tre elementi, si otterrà inevitabilmente un cambiamento negli altri due.


L’ Osteopatia, attraverso il suo approccio manuale e non invasivo, accoglie a pieno questa visione olistica, considerando il paziente nella sua totalità di individuo.

Le nostre abitudini di vita quotidiana creano un impulso e una direzione verso la salute di corpo-mente: essere chiari con noi stessi su ciò che vogliamo, su chi siamo e sul come vogliamo scegliere di stare al mondo, influisce notevolmente sul nostro stile di vita e sul mantenimento del nostro benessere quotidiano.

 

L'Osteopatia e lo stretto legame tra gli organi interni e le emozioni

Il legame fra malattia e psiche è ormai largamente compreso, studiato e accettato. La medicina psicosomatica cerca il nesso simbolico sottostante la malattia, per poterne risolvere definitivamente le cause. Secondo questo approccio, la malattia è legata a diverse variabili quali: ereditarietà, esperienze della prima infanzia, sonno, alimentazione, educazione e traumi affettivi.

Partendo da questi presupposti, possiamo desumere l’esistenza di un nesso ben preciso tra malattia ed emozioni, nei vari organi e apparati.

Da un punto di vista Osteopatico, l’ascolto del corpo e dei sintomi che esso produce risulta essere un interessantissimo elemento su cui basare la ricerca della causa del motivo di consulto del paziente, e conseguenzialmente il trattamento ed il percorso più adatto al caso.

 

L'Osteopatia viscerale

L’ Osteopatia viscerale, insieme anche alle tecniche cranio sacrali, rappresentano un valido metodo di approccio olistico che tende a far emergere nel paziente risorse e limiti, consapevolezza di sé, sia da un punto di vista di “ sistema corpo” che di mente e spirito.

Intraprendere un percorso Osteopatico vuol dire scegliere di ascoltare il proprio corpo ed imparare a dialogare con esso, assecondarlo ed allinearlo a tutti gli altri sistemi del nostro organismo.

Pubblicato in News Osteopatia Roma

Trattare le cicatrici con l'osteopatia per ritrovare il tuo benessere posturale

 

La pelle costituisce il rivestimento più esterno del nostro corpo.

Nell’uomo è l’organo più esteso dell’apparato tegumentario e svolge varie funzioni come mediatore tra l’organismo ed il mondo esterno. Qualsiasi danno che coinvolga il derma e la giunzione dermo-epidermica comporta inevitabilmente la comparsa di cicatrici. Quest’ ultime, da un punto di vista funzionale, creano nel tempo dei veri e propri punti fissi (che possiamo immaginare come dei nodi da cui generano tensioni dirette ai tessuti circostanti ) che tenderanno a coinvolgere sempre più strutture, seguendo un andamento che solitamente si estende a ventaglio.

 

Le cicatrici sono tutte uguali?

In relazione al tipo di processo di cicatrizzazione avvenuto le cicatrici possono distinguersi in:

  • NORMALI: Cicatrici che producono un esito cicatrizzale congruo con la ferita stessa
  • IPERTROFICHE: Cicatrici che producono una eccessiva riparazione
  • ATROFICHE: Cicatrici che producono una carente riproduzione
  • CHELOIDEE: Cicatrice esuberante che copre una superficie maggiore della ferita che l’ha causata

 

Quali cicatrici possono causare squilibri posturali?

Tutte le cicatrici, se non trattate, possono nel tempo influire sull’ equilibrio posturale di ogni soggetto. La discontinuità del manto cutaneo, dovuto da un trauma o ad un intervento chirurgico è una condizione facilmente riscontrabile nei pazienti. Molto spesso il paziente non considera la cicatrice come possibile fonte di sintomi o problematiche che possono insorgere sulla struttura, sul sistema viscerale o sul fronte emozionale.

 

Perché le cicatrici causano squilibri posturali?

Una lesione cicatriziale non si ferma alla superficie della pelle, ma continua in profondità con collegamenti sistemici che interessano tutto il corpo. Ecco perché spesso da una cicatrice deriva un quadro sintomatologico ampio, non localizzato al distretto dove si osserva la discontinuità cutanea. Pensiamo per esempio ad una cervicalgia scatenata da una cicatrice post chirurgica da tiroidectomia.

 

Quali sono gli squilibri che possono provocare le Cicatrici?

Le cicatrici, specie quelle patologiche, possono squilibrare l’organismo a vari livelli:

 

  • SQUILIBRIO POSTURALE

Per l’azione sui recettori cutanei e l’effetto perturbante sul sistema tonico posturale. Infatti una cicatrice retratta, ipertrofica o cheloide è in grado di stirare i recettori cutanei e provocare afferenze propriocettive ed esterocettive alterate. Il sistema tonico posturale viene così disturbato da queste afferenze, generando una risposta muscolare anomala. Tale risposta anomala è in grado di generare delle dismetrie funzionali , come per esempio una falsa scoliosi. Trattando la cicatrice patologica, si ottiene la scomparsa della dismetria e della curvatura scoliotica “adattativa”.

 

  • SQUILIBRIO MUSCOLO-FASCIALE

A causa della fibrosi della cicatrice, la catena muscolo-connettivale presenta zone di minore elasticità, generando un disturbo localizzato che si ripercuote sempre a livello globale, sull’equilibrio delle catene cinetiche in toto.

 

  • SQUILIBRIO LINFATICO

Una cicatrice patologica può alterare il deflusso linfatico locale

 

  • SQUILIBRIO ENERGETICO

Quando un meridiano viene attraversato da una cicatrice, specie se ipertrofica, si ha un “effetto barriera”, con conseguenze legate al disturbo della circolazione energetica.

 

  • SQUILIBRIO ENDOCRINO E METABOLICO

Per l’anomala secrezione di adrenalina e l’ipersimpaticotonia (aumento dell’attività del sistema simpatico e parasimpatico) che, spesso, si attiva con il semplice sfioramento dei vestiti sulla cicatrice.

 

Squilibri posturali più comuni che è possibile trattare con l'osteopatia

  • Blocchi vertebrali
  • Cefalee
  • Emicranie
  • Fatica cronica
Pubblicato in News Osteopatia Roma

Per il bambino il momento della nascita costituisce un impegno considerevole, poiché il piccolo deve spingere per avanzare lungo il canale del parto, sottoposto alle contrazioni uterine, mentre la sua testolina deve restringersi per adattarsi alle ridotte misure del bacino materno. Un vero e proprio trauma che le sue ossa, non ancora completamente ossificate, sono in grado di affrontare e di assorbire ( grazie alla loro flessibilità e duttilità), riposizionandosi spontaneamente nel giro di pochi giorni.

A volte, tuttavia, specie se la nascita è stata particolarmente difficoltosa (travaglio lungo, parto podalico, cordone ombelicale attorcigliato, etc…), il neonato può incorrere in disturbi di vario genere, come rigurgiti, colichette, problemi di sonno, irritabilità.

Il professionista, tramite manipolazioni estremamente delicate a livello cranio-sacrale, corregge le disfunzioni, riportando le ossa nella corretta posizione.

Un lavoro ancora più efficace se già durante la gravidanza l’osteopata ha avuto modo di conoscere la struttura delle ossa del bacino materno, poiché saprà già quali possono essere le eventuali problematiche neonatali e come lavorare in modo ottimale sul bambino appena nato.

È importante sapere che il passaggio della testa nel canale del parto determina un modellamento delle ossa craniche e uno stimolo meccanico fondamentale per un corretto sviluppo di tutto il corpo; se questo viene a mancare, come in caso di parto cesareo, l'intervento dell'osteopata sarà necessario per favorire una crescita più fisiologica e naturale possibile.

I neonati subiscono uno stress importante durante il parto naturale, Spesso il diametro della testa del neonato è maggiore di quello del canale del parto, tuttavia nasciamo da migliaia di anni naturalmente!

 

Osteopatia per neonati e bambini: quando può essere utile?

Madre Natura ha previsto tutto: alla nascita gran parte del cranio è cartilagineo, in questo modo, la testa ha la capacità di diminuire il proprio diametro tramite la sovrapposizione di alcune ossa e riprendere il suo volume iniziale non appena fuoriuscito dall'utero.

Spesso vediamo bambini appena nati con un cranio non perfettamente rotondo, questo stato è dovuto al modellamento che avviene durante il passaggio nel canale vaginale.

Normalmente il cranio prende una forma più armonica nei primi 2-3 giorni di vita. Altre volte, i residui delle tensioni craniali post-parto si manifestano con sintomi come insonnia, disturbi della deglutizione-suzione, coliche intestinali. In questi casi, l'Osteopata approccia questi sintomi, liberando le tensioni del cranio e del resto del corpo con manovre dove la pressione del contatto non supera i 10 grammi.

Il bambino è trattato sul lettino o in braccio alla mamma.

IL più delle volte occorrono poche sedute per far rientrare la situazione e far ritrovare al piccolo la sua fisiologia, in linea con le tre leggi fondamentali per il benessere: ECONOMIA, EQUILIBRIO,CONFORT.

 

OSTEOPATIA E LE TRE LEGGI FONDAMENTALI PER IL BENESSERE 

Le tre leggi valgono sia per l’adulto che per il bambino ed il neonato. Vediamo insieme di cosa si tratta e cosa intendiamo quando parliamo di economia, confort ed equilibrio

  • Economia: la postura che manteniamo non deve richiedere troppo dispendio energetico.
  • Confort: In questo caso parliamo di non dolore. Faremmo di tutto per evitarlo, ad esempio zoppicare, assumere un atteggiamento di flessione, torsione o inclinazione con la schiena, fino a non muoverci per evitare questo benedetto dolore!
  • Equilibrio: il nostro baricentro deve cadere sempre dentro il nostro poligono di appoggio che si forma tra i piedi, inoltre, bisogna soddisfare anche l’orizzontalità della vista, cioè la nostra visuale deve essere indirizzata verso l’orizzonte in avanti.

 

Se cerchi un osteopata pediatrico a Roma, contattami, sarò felice di aiutarti!

Pubblicato in News Osteopatia Roma

Dormire è una funzione essenziale del nostro organismo, come mangiare e respirare. Nel nostro Paese circa il 20% della popolazione soffre cronicamente d'insonnia, che può manifestarsi attraverso diversi sintomi quali:  difficoltà ad addormentarsi, sonno interrotto più volte, risvegli all'alba, incubi, etc….

In questi casi occorre prima di tutto tranquillizzarsi , ed avere la consapevolezza che è sempre possibile  trovare una soluzione a questa situazione. L’insonnia  infatti, salvo rari casi patologici, è una condizione reversibile, qualunque sia il motivo che ti ha condotto a sperimentare questa fastidiosa realtà.

L’insonnia nella maggior parte dei casi non dipende da una malattia organica, ma è l'espressione di un disturbo funzionale associabile a uno stato di disagio emotivo. Tale disturbo non è circoscritto alle ore dedicate al sonno bensì si ripercuote su tutta la giornata, comportando sintomi diurni come affaticamento, energie ridotte nello svolgere i propri compiti quotidiani, cefalea, deficit d'attenzione e concentrazione, sonnolenza, irritabilità e sbalzi d'umore.

QUANDO SI INNESCA UN CIRCOLO VIZIOSO SINTOMATICO DI QUESTO TIPO, OCCORRE LAVORARE SUL CORPO, SULLA PSICHE E SULLE PROPRIE EMOZIONI PER RITROVARE  SERENITA’ SUPERARE L'INSONNIA E RICONQUISTARE IL MERITATO RIPOSO QUOTIDIANO.

 

Perché combattere l'insonnia lavorando su più "sistemi"?

Perdere tempo a disquisire se sia nato prima l’uovo o la gallina poco importa.

Mi spiego meglio.

Cercare di comprendere se l’insonnia sia stata causata da una disfunzione di mobilità strutturale piuttosto che da un particolare stato di disagio psico emotivo non vi servirà più di tanto a determinare la soluzione del disagio che state provando. Il sistema corpo è strettamente connesso con il sistema psiche e con il sistema spirito, e questi ultimi con il “sistema emotivo”. Ragion per cui il cambiamento di un solo componente di questo ingranaggio, provocherà necessariamente un cambiamento in tutti gli altri.

Come si fa dunque a pensare di poter ritrovare il giusto equilibrio personale prendendo in considerazione un solo aspetto del nostro essere?

Vi dirò di più, spesso l’insonnia bussa proprio alla porta di chi nella propria quotidianità continua a negare a se stesso la coesistenza di più sistemi che contribuiscono a renderlo ciò che è. Tutto ciò che esiste vuole essere visto e riconosciuto. E quando questo qualcosa non viene considerato , che siano ricordi, emozioni, avvenimenti, ricorrenze, scelte incompiute, rinunce, etc…. questo stesso qualcosa troverà altre vie per esprimersi in noi. Che sia un dolore fisico, che sia una restrizione di mobilità, che sia uno stato alterato emotivo, che siano tutte queste tre cose messe insieme che sfoceranno in insonnia o chissà in cos’ altro.

 

In molti si saranno riconosciuti in questa descrizione, eppure non soffriamo tutti di insonnia!

Che non reagiamo tutti allo stesso modo è un concetto ormai  ben radicato nella nostra cultura, ognuno di noi utilizza all' occorrenza le risorse di cui dispone per rimanere a galla! Ciò che invece va ancora approfondito è il concetto di restrizione di mobilità. Proprio questo fattore, se presente a livello del sistema cranio-sacrale, può essere la causa della tua insonnia!

 

Perché la restrizione di mobilità può provocare l'insonnia?

Come tutte le disfunzioni osteopatiche, le restrizioni di mobilità presenti  al livello di questo sistema , alterano un equilibrio che occorre ripristinare attraverso specifiche tecniche CRANIO SACRALI.

Qualsiasi distretto del nostro corpo deve potersi muovere liberamente ed in connessione con la propria fisiologia. Il più delle volte all’ ignaro paziente basterebbero poche sedute osteopatiche per “riavviare il sistema” e liberarsi dall’insonnia. Le tecniche cranio sacrali, infatti, comprendono un lavoro simultaneo su tutti e tre i sistemi. Altre volte invece, è fondamentale integrare questi trattamenti  e “ rafforzarli”con tecniche di rilassamento e con l’ aiuto di una specifica alimentazione. Chiaramente, per comprendere quale delle due strade sia la più idonea per un  paziente, occorre sempre effettuare dei test propedeutici.

Ad oggi, secondo la mia esperienza sull’argomento, posso constatare che i pazienti che hanno mantenuto nel tempo i risultati ottenuti attraverso il trattamento cranio sacrale sono proprio quelli con i quali ho effettuato un lavoro di integrazione SU TUTTI E 3 I SISTEMI, attraverso tecniche di visualizzazione e tecniche sperimentali sull’argomento. Del resto trattare il “SISTEMA CORPO“ senza considerare il “SISTEMA PSICHE-SPIRITO” e la connessione di interdipendenza tra di essi,  può rivelarsi al quanto riduttivo, oltre che inefficace.

 

Per quanto comuni, i disturbi del sonno sono spesso sottovalutati.

Nonostante i progressi fatti negli ultimi anni nella disponibilità di terapie, solo una piccola percentuale di chi soffre d'insonnia si affida a un trattamento professionale per curare tale problema. Ciò accade perché molte persone non lo ritengono grave o perché non vogliono ricorrere a un trattamento con medicinali ipnotici, temendone le contro indicazioni in fatto di tollerabilità e dipendenza. Viceversa si rileva un incremento dell'interesse nei confronti di terapie alternative e in primis l’osteopatia con il trattamento cranio-sacrale, che è in grado di ripristinare il corretto funzionamento del ritmo sonno veglia.

La corretta fluttuazione del liquido cefalo rachidiano  durante i due tempi di inspiro ed espiro, infatti, consente al cranio e al sacro di relazionarsi tra loro attraverso un movimento che possiamo immaginare un po’come quello di una  vecchia  culla  a dondolo di una volta.

Possiamo immaginare le tecniche cranio sacrali come un sistema che interviene sul ritmo e sulle movenze di questa culla, con l’obiettivo finale di trovare la spinta adatta al soggetto, che consentirà  a quest’ ultimo di lasciarsi guidare da sé stesso, dalle proprie movenze ed abbandonarsi ad esse. Non a caso le tecniche cranio sacrali sono particolarmente indicate per l’irrequietezza neonatale, oltre che in casi quali post cesareo, difficoltà nell’ apprendimento etc….. 

Se vuoi sottopormi il tuo caso di insonnia contattami per avere maggiori informazioni o per fissare un appuntamento.

Claudia Dominijanni, Osteopata D.O. Roma

Pubblicato in News Osteopatia Roma

Che il mare avesse proprietà benefiche è ormai cosa nota. Ma perché? Quando "utilizzarlo"? Vediamolo insieme in questo articolo.


Con l’arrivo delle vacanze ad andare in ferie è anche l’ Osteopata di fiducia, ma non i suoi consigli !
A seconda della sintomatologia, di suggerimenti da adottare durante l’ estate per mantenersi in salute ed equilibrio psico fisico, ne esistono molti.
Esercizi posturali, creme naturali, respirazione, meditazione, cromoterapia, aromaterapia, musicoterapia, etc….
E poi c’è lui, che li racchiude tutti : il mare!

 

Il mare è una vera e propria medicina naturale.

La composizione, la salinità, la distribuzione dell’acqua marina sulla crosta terrestre, sono analoghe al plasma corporeo, la nostra “acqua interna”.

I nostri antenati vennero fuori dal mare. I feti umani immersi in acqua, nelle prime fasi di sviluppo, hanno ancora strutture simili a fessure branchiali dei pesci, e l’acqua nelle nostre cellule può essere paragonata a quella che si trova nel mare.
Il mare sa suscitare reazioni immediate legate al “nido”uterino materno, alle proprie origini primordiali e all’ evoluzione.

Il suo colore rilassa la mente, induce serenità e sicurezza. Il blu è il colore che l’inconscio associa al pianeta Terra, reso azzurro dal cielo e dai grandi oceani, ed è quindi familiare e confortante per la nostra mente, come fosse rappresentativo della propria “casa”ancestrale.

 

Il mare rigenera la mente, conforta lo spirito, cura i malanni della pelle, del sistema nervoso e delle ossa.

I benefici sono tanti, e qui ne riporto un breve elenco:

  • Il mare rallenta il progredire dei reumatismi
    L’acqua marina abbinata all’ esercizio fisico, stempera il dolore osseo-muscolare e l’artrite. Migliora la circolazione del sangue ed accelera il recupero da interventi chirurgici.
  • Migliora la respirazione
    Le persone che soffrono di asma, sinusite allergica, tosse di varia natura ed altri problemi respiratori, beneficiano della brezza marina e delle nuotate in acqua come disinfettanti e drenanti di tossine delle vie respiratorie e dei polmoni.
  • Riduce l’ansia e la depressione
    Poiché contiene magnesio, l’acqua del mare è un calmante naturale, un anti-stress.
  • Ha effetti terapeutici sul sistema endocrino e su quello nervoso. Il senso di solitudine e la depressione sono favoriti da livelli bassi di serotonina, un neurotrasmettitore noto come “ormone della felicità”. Il contatto con il mare induce il cervello al rilascio di sostanze come dopamina, serotonina e ossitocina, gli ormoni del piacere.
  • Purifica la pelle
    I sali minerali marini in sinergia con i raggi del sole, rigenerano la pelle. Acne e la psoriasi, sono alcune delle malattie che possono essere facilmente curate con l’acqua del mare, per la sua azione antisettica e cicatrizzante. (L’acqua di mare pura contiene il 3,5% di cloruro di sodio, e piccole quantità di magnesio, solfato e calcio)

I sali e lo iodio marini contrastano la cellulite ed i liquidi ristagnanti di cosce e glutei in particolare.
Passeggiare in acqua , favorisce il drenaggio delle cellule adipose e di tossine, ringiovanisce e modella la forma delle gambe, leviga e purifica la pelle.

  • Rinforza il sistema immunitario
    Il numero di globuli rossi sembra aumentare tra il 5 e il 20 % dopo una nuotata o un bagno nel mare.

Il mare è inoltre il posto ideale dove praticare esercizi posturali, meditazione, yoga, per ritrovare se stessi in risonanza con la Natura.
C.G.Jung scrisse: «Il mare è come la musica: contiene e suscita tutti i sogni dell’anima».

 

Come usare il mare per stare meglio? 

  • Passeggiata a piedi nudi sulla sabbia : Ottimo per lavorare sull’ equilibrio e sulla circolazione del piede e di tutto l’arto inferiore.
  • Passeggiata in acqua : Mantiene in forma senza sovraccaricare la zona lombo sacrale.
  • Posizione in acqua a “ quattro di spade “: Rilassa la colonna cervicale e tutta la schiena.
  • Inalare acqua di mare: Riduce il gonfiore, riequilibra le mucose e stimola l’ auto pulizia dell’apparato respiratorio favorendo l’espulsione del muco.


In quest’ ultimo caso, se si ha il sospetto che il mare sia inquinato, è meglio ricorrere a soluzioni spray all'acqua di mare. 

 

Claudia Dominijanni, Osteopata. D.O.

Pubblicato in News Osteopatia Roma
Martedì, 18 Luglio 2017 10:15

Osteopata Trastevere

Se cerchi un osteopata a Roma in zona Trastevere, sono felice di comunicarti che da oggi opero anche presso PsyMed

Mi trovi in via Scalea Ugo Bassi, 42

 

Tra i nuovi servizi offerti puoi trovare:

  • Trattamento Manipolativo Osteopatico
  • Trattamento Manipolativo Osteopatico Pediatrico

 

Se cerchi un Osteopata a Roma in zona trastevere contattami

Pubblicato in News Osteopatia Roma
Mercoledì, 05 Luglio 2017 09:28

Tacchi e mal di schiena: facciamo chiarezza!

Si ai Tacchi: la schiena ringrazia!


Scarpe basse e infradito?

Sono comode ed estive, ma allo stesso tempo un pericolo incombente per piedi e caviglie.


A dispetto dell`opinione comune che vede nei tacchi veri strumenti di tortura per milioni di donne, due o tre centimetri di tacco possono invece aiutare ad avere una postura migliore per la colonna vertebrale, combattendo il tanto diffuso mal di schiena.


Spesso ai pazienti mi capita di consigliare di indossare tacchi di questa entità almeno 3 volte a settimana, per compensare anni e anni di converse e infradito.
Sia chiaro, nessuna scarpa è particolarmente sconsigliata, piuttosto occorre porre attenzione sull'uso che ne facciamo.


Se consideriamo che Il piede nasce libero non per camminare sull'asfalto o sul pavimento di casa, l'angolo naturale tra piede e terreno non è di 90 gradi come siamo abituati a pensare, ma di 100 gradi.

Un tacchetto basso è quindi un escamotage per consentire al piede di mantenere il giusto assetto articolare.
Tacchi troppo alti, invece, spostano il baricentro del corpo sulla parte anteriore della pianta. Inoltre 12 centimetri di tacco non corrispondono a 12 centimetri di altezza in più: aumenta la curvatura lombare, e ai problemi ai piedi si sommano poi i problemi alla colonna vertebrale.


L`ideale sarebbe alternare diversi tipi di calzatura in modo da consentire ai piedi di muoversi il più liberamente possibile: lunedì infradito, martedì sandali con il tacco basso e mercoledì, magari, zeppe.
Non dimentichiamoci poi di camminare scalzi! Per lo meno in casa e in spiaggia.


Le scarpe con i tacchi alti sono calzature molto amate dalle donne , soprattutto per le occasioni particolari.
E allora perché rinunciarci?
Certo, se consideriamo scarpe alte solo quelle con tacco 12, potremo utilizzarle raramente e con molta attenzione. Indossarle tutti i giorni non si rivela una gran scelta in termini di salute.
Ma se prendiamo in considerazione un tacco modesto di pochi centimetri, possiamo utilizzare questo tipo di calzature perfino tutti i giorni.

 

Questo non significa che il tacco 12 vada eliminato completamente dal guardaroba, tuttavia è importante imparare a farne un uso corretto e ad iniziare a considerarlo un po’ come il giorno di sgarro settimanale durante un regime dietetico dimagrante: Fondamentale, irrinunciabile, 1 massimo 2 volte a settimana.
Il tacco troppo alto infatti altera la naturale postura costringendo chi lo indossa, per evitare di cadere in avanti, ad adottare tutta una serie di compensazioni che si ripercuotono (negativamente) su molte strutture dell'organismo.


TACCHI ALTI E POSTURA


I tacchi, alzando il tallone, sbilanciano il corpo in avanti. Per evitare di cadere, la donna può effettuare due tipi di compensazione: la prima a livello del ginocchio, la seconda a livello della schiena.
Flettendo le ginocchia, queste si spostano in avanti, facendo traslare indietro il centro di gravità e riportandolo in equilibrio, sopra i piedi. La curva lombare si riduce e la curva dorsale si accentua.
Se invece le ginocchia non si flettono o si flettono poco, per non cadere è necessario inarcare la schiena portando indietro la parte alta del tronco.

 

Piedi e caviglie

Calzando scarpe con i tacchi, la pressione sull'avampiede aumenta di molto.
Questa pressione, associata alla forma della punta delle scarpe con i tacchi, che non rispetta la naturale fisiologia delle dita, costringendole in uno spazio troppo stretto, comporta un maggior rischio di sviluppare problemi alle dita e al piede.

Tra i problemi potenzialmente imputabili all’ uso eccessivo delle scarpe con i tacchi troppo alti ci sono :

• l'alluce valgo (diffusissimo tra le donne anziane) e le dita a martello;
• la deformità di Haglund (una osteocondrosi caratterizzata dalla crescita abnorme di tessuto osseo nel tallone, causato da continuo sfregamento);
• metatarsalgia (infiammazione cronica delle ossa dell'avampiede).
Questo per quanto riguarda i problemi cronici, poi ci sono gli eventi traumatici causati dalle cadute, con slogature della caviglia, in genere non gravi.

 

Ginocchia

La sollecitazione dell'articolazione del ginocchio aumenta sensibilmente quando si portano i tacchi alti.
I muscoli del polpaccio si accorciano utilizzando le scarpe con i tacchi, e alla lunga possono contrarsi in modo cronico, sollecitando il tendine di Achille, che viene maggiormente stressato e può perdere parte della sua elasticità, causando dolori cronici ai talloni.

 

Schiena

La compensazione a livello della schiena non è fisiologica e può portare prima a mal di schiena, in genere causato da contratture muscolari, e alla lunga a vere e proprie degenerazioni articolari (protrusioni, ernie, ecc).

 

IL TRUCCO PER EVITARE DANNI ALLA SCHIENA È ALTERNARE LE SCARPE


Portare uno stivaletto di 7-8 centimetri per periodi brevi non comporta alcun rischio.
 Per evitare problemi il trucco è alternare i diversi modelli e le diverse altezze, ad esempio tacchi alti e tacchi medi.

Un tacco di 5 centimetri permette di camminare senza stancarsi, uno di 3 centimetri è l’altezza ideale perché permette di compiere qualsiasi movimento, anche ballare.

E le zeppe? Possono essere un’alternativa per chi vuole guadagnare qualche centimetro in altezza. In questo caso il carico del peso viene distribuito meglio su tutto il piede, se la suola elastica. La maggior parte delle scarpe ha la scuola rigida, il piede non riesce a compiere il movimento corretto e di conseguenza il peso non si estende su tutta la pianta, ma solo su alcuni punti come succede con i tacchi a spillo.


Per camminare con un buon equilibrio, la regola vuole che il peso del corpo sia distribuito sul piede in modo simmetrico: il 50% sul tallone e il 50% sulla parte anteriore. Questa proporzione viene rispettata fino a che si indossano tacchi alti massimo 3 centimetri. Se il tacco è di 4 centimetri il peso si sposta in avanti del 60%, se di 8 centimetri, invece, del 90 per cento. In questo caso, ossa e articolazioni dell’ avampiede sono sottoposte a un grande sforzo.


Come per il cibo, dunque, anche per le calzature la parola d'ordine per rimanere in salute e giovare di una buona postura è “ variare “ !

 

Claudia Dominijanni, Osteopata D.O.

 

Pubblicato in News Osteopatia Roma
Sabato, 24 Giugno 2017 09:50

Quando portare TUO FIGLIO dall'Osteopata

A tutti i genitori, a scopo preventivo ed eventualmente curativo, è suggerito un primo controllo Osteopatico per il proprio piccolo già subito dopo la nascita.

Con valutazioni regolari durante tutta l' età evolutiva, è possibile individuare precocemente eventuali disfunzioni Osteopatiche e correggerle sul nascere, evitando così l' instaurarsi di sintomi e patologie più importanti durante la crescita.

La frequenza degli incontri varia a seconda del motivo di consulto e dal quadro clinico del paziente , oltre che dalla fase evolutiva in cui quest' ultimo si trova.

L' ideale è seguire il neonato accompagnandolo in tutte le sue tappe evolutive successive, monitorandone i cambiamenti e supportandolo in tutte le sue fasi, specie quelle di passaggio.

Anche il neonato sano e forte, che ha appena affrontato la " fatica" della nascita trae grande beneficio dal trattamento Osteopatico.

L' Osteopatia è inoltre particolarmente consigliata per tutti i neonati partoriti attraverso un parto cesareo o un parto naturale difficile, poichè spesso queste due circostanze innescano una serie di meccanismi "forzati" che predispongono l' organismo del piccolo a restrizioni di mobilità a cui è consigliato porre rimedio il prima possibile.

L' Osteopatia pediatrica utilizza trattamenti delicati, sicuri ed efficaci adatti a tutte le fasi di crescita del bambino.

L' approccio Osteopatico ,naturale e non invasivo, rappresenta un prezioso strumento risolutivo per diversi motivi di consulto:

  • Asimmetrie posturali
  • Torcicollo miogeno
  • Plagiocefalie
  • Reflusso gastrico e coliche
  • Coliche addominali
  • Difficoltà di suzione
  • Malocclusione e bruxismo
  • Piede torto ( forme lievi )
  • Stipsi
  • Irrequietezza ed iperattività
  • Insonnia

 

Cerchi un'osteopata a Roma? Contattami!

Claudia Dominijanni, Osteopata D.O.

Pubblicato in News Osteopatia Roma
Pagina 4 di 6