Articoli filtrati per data: Dicembre 2013
La tua prova costume con l’ Osteopata : cellulite e postura. Lo avresti mai detto?
La tua prova costume con l’ Osteopata : cellulite e postura. Lo avresti mai detto?
E bene si, l’ Osteopatia aiuta anche in caso di disturbi come la cellulite, trattandone le cause profonde e rivelandosi propedeutica a trattamenti estetici.
Spesso , da parte di molti professionisti appartenenti al mio settore, c’è un gran tabù rispetto ad argomenti facilmente associabili alla parola “estetica” .
Dal mio personale punto di vista, questo è un “terrore” ingiustificato, facilmente scardinabile spiegando con chiarezza ai pazienti in che modo l’ Osteopata agisce su tale condizione, con quali obiettivi, lavorando su tutto fuorchè sull’ estetica!
Credo che offrire un punto di vista tecnico- posturale possa esser d’ aiuto a chi spesso si ritrova a dover combattere con questa condizione , non considerando ( perché semplicemente non lo sa ) che senza un lavoro posturale funzionale e senza “ sbloccare” quindi le vie di drenaggio poco si può fare contro la cellulite.
Del resto - chi mi conosce lo sa - personalmente preferisco lavorare per qualcosa piuttosto che contro qualcosa. Comunicare con i tessuti è fondamentale, accompagnarli e non obbligarli!
Ma in che modo l’ Osteopata agisce?
Procediamo per gradi.
La cellulite è la progressiva degenerazione del tessuto sottocutaneo, dove le cellule adipose si trovano in una quantità eccessiva di liquido. Questa condizione è scientificamente nota sotto il nome di Panniculopatia, che genera il tipico aspetto antiestetico della pelle a buccia d’arancia.
La Panniculopatia si può manifestare in tre stadi diversi, con intensità crescente: edematosa, fibrosa e sclerotica.
· La cellulite edematosa è il primo stadio, dove compaiono i primi caratteristici punti critici e la superficie della pelle si fa simile alla buccia di un’arancia;
· la cellulite fibrosa è uno stadio più avanzato del disturbo, in cui si notano protuberanze abbastanza evidenti superficialmente, alla compressione della pelle;
· la cellulite sclerotica, invece, si riconosce subito in quanto la pelle presenta avvallamenti e protuberanze molto palesi e alla compressione della pelle si avvertono anche sgradevoli dolori.
I fattori maggiormente incidenti nell’ origine di tale disturbo sono: la componente genetica, un’alimentazione scorretta, uno stile di vita sedentario, l’invecchiamento, lo squilibrio ormonale, il cattivo drenaggio, il fumo e l’alcool, l’utilizzo di farmaci.
La genetica è difficile da contrastare ma possiamo assolutamente far si che il problema sia sotto controllo, facendo in modo che si allontani il più possibile la comparsa, si riducano al minimo gli effetti negativi, si rallenti il suo peggioramento e addirittura si migliori evidentemente il tanto antipatico inestetismo!
La buona notizia , infatti, è che esistono anche fattori predisponenti modificabili.
Ricapitoliamo!
FATTORI FAVORENTI PRIMARI:
Genetica
Etnia
Invecchiamento
FATTORI SECONDARI:
Ciclo mestruale
Gravidanza
Menopausa
Squilibri ormonali
Farmaci
FATTORI PREDISPONENTI MODIFICABILI:
stile di vita
stress
alimentazione
qualità del sonno
sedentarietà
ipotonia muscolare
abbigliamento
posture
calzature
idratazione
igiene personale
Dunque se vi sono tutti questi fattori modificabili significa che di cose da fare ce ne sono parecchie, ma è veramente importante sapere come e, forse, ancor più sapere perché!
Come?
L’osteopatia "contro" la cellulite riesce ad individuare i diversi fattori che causano questo disturbo affrontando il problema alla radice, che è sempre legato in qualche modo alla circolazione ed alle caratteristiche delle intersezioni tra i tessuti, dello scambio plasmatico tessutale.
La prima modalità di intervento è rappresentata dal raggiungimento di una CORRETTA POSTURA FUNZIONALE , mirando ad allungare le catene muscolari retratte, evitando la proliferazione del collagene attorno ai muscoli, creando le condizioni ideali per una migliore circolazione linfatica e sanguigna . Questa cosa se sapientemente valutata e risolta determina una fortissima possibilità di migliorare la circolazione linfatica con risultati sorprendenti, anche in termine di leggerezza in particolare degli arti inferiori.
L’efficienza di alcuni muscoli come diaframma e la muscolatura che costituisce il pavimento pelvico, per esempio, è strategicamente importante per favorire circolazione ed in particolar modo il ritorno venoso.
Se hai fatto l’ esperienza di sottoporti a trattamenti estetici su trattamenti estetici senza aver avuto risultati rilevanti, inizia a considerare seriamente l’ idea di affrontare la tua situazione con un Osteopata che sarà in grado di lavorare sulle tue restrizioni di mobilità che impediscono ai trattamenti estetici di essere efficaci, e solo secondariamente avrà senso rivolgerti dalla tua estetista di fiducia.
In alcuni casi, sarà possibile utilizzare tecniche linfatiche mirate a favorire la naturale potenza del sistema immunitario, all’ eliminazione di tossine, alla rimozione dei liquidi interstiziali in eccesso, Questo trattamento elimina le cellule morte, semplificando l’assorbimento degli elementi che nutrono la pelle, rendendola più liscia, armoniosa e bella, consentendone una giusta respirazione.
È importante non associare la cellulite necessariamente alla ritenzione idrica e quindi non intraprendere incondizionatamente metodi risolutivi finalizzati ad eliminare i liquidi in eccesso senza assicurarsi su quale sia esattamente l’idratazione del corpo. Il rischio è di ottenere un effetto contrario rispetto a quello sperato.
L’osteopata suggerisce anche una costante ed equilibrata attività fisica, specifica per ogni persona, con l' obiettivo di stimolare precisi punti presenti nei piedi , che sono la sede di delicati sistemi circolatori responsabili del ritorno venoso.
Claudia Dominijanni, Osteopata D.O.
Quanto dura una seduta Osteopatica?
QUANTO DURA UNA SEDUTA OSTEOPATICA?
La seduta Osteopatica inizia sempre con un colloquio preliminare durante il quale il paziente espone il motivo di consulto.
È una fase piuttosto delicata perché l’Osteopata deve eseguire una attenta valutazione di esclusione.
In altri termini deve determinare se il problema sia o meno di natura Osteopatica e, solo dopo aver chiarito questo aspetto, si procede con la seduta vera e propria che inizia sempre con l’ esame Osteopatico.
Un trattamento Osteopatico dura solitamente 30- 45 minuti complessivi, di cui 15-20 di trattamento effettivo.
Nel caso di un primo trattamento i tempi sono ben differenti e dilatati.
Una seduta può infatti durare anche un’ ora o un’ ora e mezza.
Chiaramente non esiste una regola uguale per tutti, poiché dipenderà dalla risposta del tessuto alle tecniche e dal numero di tecniche che sarà necessario effettuare per raggiungere l’ obiettivo .
Solo a quel punto una seduta Osteopatica può ritenersi finita.
Claudia Dominijanni, Osteopata D.O
Guarda il link sull’ argomento:
https://www.youtube.com/watch?v=Dv3zHvYjU6I
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https://www.youtube.com/watch?v=s73V6OvJD2g
https://www.youtube.com/watch?v=n9HCJnrKGWk&t=135s
La prima regola Osteopatica per gli sportivi
La pratica sportiva contribuisce al mantenimento di uno stato di salute ottimale, ragion per cui non mi stancherò mai di consigliare ai mie pazienti di dedicare quotidianamente una fetta del loro tempo per svolgere attività fisica .
Occorre però comprendere quale sport faccia al caso nostro, in quale momento della giornata sia più consono dedicarcisi ed essere a conoscenza di qualche trucchetto personalizzato che consenta di svolgere attività sportiva in sicurezza. Non siamo tutti uguali!
Lo sport, infatti, specie se praticato a livello agonistico, può favorire l’insorgenza di fastidiosi sintomi, talvolta cronici, che possono essere evitati con qualche accortezza come per esempio la scelta dell’attrezzatura giusta, il rispetto dei tempi di recupero durante l' allenamento, uno stretching "intelligente" , etc.
" LA VITA è MOVIMENTO, IL MOVIMENTO è VITA " ( E. T. Still )
A sostenerlo fù il padre della filosofia Osteopatica.
Il trattamento Osteopatico, infatti, consente all'organismo di ritrovare la corretta mobilità di tutti i distretti del corpo, mirando all'omeostasi dell' organismo e quindi al mantenimento dello stato di salute.
MOVIMENTO appunto !
Pensare di delegare completamente al vostro Osteopata di fiducia il vostro benessere psico fisico risulta però pura utopia.
Cosa intendo?
Adesso vi farò un esempio.
Recentemente è arrivato al mio studio un paziente che come motivo di consulto riportava sintomatologie gastro intestinali. Con circa 3 trattamenti con Tecniche Viscerali e Fasciali i sintomi sono notevolmente migliorati fino a scomparire ( 1 mese e mezzo).
Miracolo? NO! Conoscenza dell' Anatomia, Fisiologia e Biomeccanica applicata al singolo soggetto.
Ma il trattamento non finisce qui! Una delle fasi più importanti di una visita Osteopatica risulta essere proprio quella dei " consigli personalizzati". Nel caso specifico si trattava, in collaborazione con un nutrizionista, di apportare piccole ma fondamentali modifiche alla propria dieta. Accortezze che nel caso in questione risultavano essere necessarie affinchè si potessero mantenere i risultati ottenuti con il percorso Osteopatico.
Il Signor XY ( lo chiameremo così ) in questione ha messo in pratica i consigli che gli erano stati dati in sede di visita , continua a stare bene e a tornare da me " solo" per trattamenti di " richiamo" e prevenzione.
Non tutti però sono disposti a cambiare.
Anche per i più pigri, è comunque possibile ricevere trattamenti volti al miglioramento del loro stato di salute o del sintomo. Chiaramente però, occorrerà che gli incontri siano più ravvicinati. Questo perchè sarà più facile che i sintomi si ripresenteranno con una frequenza X rispetto ad un paziente che integra con i consigli che gli sono stati dati. Ciò detto, non esiste comunque una regola precisa, stiamo parlando di probabilità e di " statistica osservazionale".
Ogni soggetto reagisce in modo diverso!
Si può SEMPRE fare qualcosa per migliorare e trovare una soluzione.
Ciò nonostante occorre informare correttamente il paziente, che poi compirà la sua scelta.
Ritornando a noi e allo sport, allo stesso modo, una regola che non risparmia nessun paziente è proprio quella che prevede il MOVIMENTO COME SUPPORTO AL TRATTAMENTO OSTEOPATICO.
INTENDIAMOCI BENE , se state già immaginando fatiche, salite, sforzi primordiali .... non allarmatevi!
Movimento può voler dire l' esecuzione di un esercizio specifico per 5 min al giorno, 20 min di passeggiata, andare a fare la spesa a piedi, movimenti dolci, 10 min. di esercizi attaccati alla parete, etc.
In seguito ad un' attenta analisi Posturale e Osteopatica sarà possibile comprendere quale sia il " VOSTRO MOVIMENTO IDEALE ".
Supportare il trattamento Osteopatico con del sano movimento costante, si rivela quindi il segreto vincente per la nostra salute.
Per evitare di incorrere in patologie croniche, traumi e sintomi relativi alla pratica scorretta di alcuni sport, LA PERSONALIZZAZIONE nella scelta sportiva è essenziale.
L' Osteopatia è ideale per gli sportivi, professionisti o dilettanti, per migliorare le performance, prevenire gli incidenti ed accelerare i tempi di guarigione.
Claudia Dominijanni, Osteopata D.O.
Consulenza osteopatica sul sintomo
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Grazie a questa iniziativa sarà possibile effettuare una consulenza osteopatica gratuita.
Dopo un'accurata anamnesi verranno effettuati anche alcuni test per la valutazione della trattabilità del paziente.
Quando bisognerebbe rivolgersi ad un osteopata?
Per fare una visita di prevenzione: è consigliabile a tutti (anche in assenza di dolore) per mantenere una buona qualità di vita ed evitare problematiche disfunzionali che a lungo andare possono sfociare in dolore e patologie.
Per sintomi archiviati come idiopatici.
Quando si presentano dolori muscolo-scheletrici: per recuperare movimento e ripristinare l'equilibrio del proprio sistema.
Durante una cura dentistica: poichè il trattamento manipolativo osteopatico metterà la persona nella migliore condizione possibile per adattare la correzione ortodontica.
Se si pratica attività sportiva: utile soprattutto per evitare infortuni e lesioni muscolari e articolari, aumentare le prestazioni fisiche-sportive, risolvere dolori muscolo scheletrici o tendinei.
Quando si presentano frequenti mal di testa, dolore cervicale o problemi di mantenimento dell’equilibrio dovuti ad una postura scorretta.
Grazie a una consulenza osteopatica potrai ricevere informazioni dettagliate sulla funzionalità del tuo “sistema corpo”
Per prenotare la tua visita o semplicemente per avere informazioni, puoi chiamare il numero 334 71 95 889 o usare il modulo contattaci
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Osteopatia: quali sono i principali benefici? Perchè rivolgersi ad un osteopata?
Articolo tratto dalla video intervista radio di “Roma By night LIVE SHOW”
Ospite: Claudia Dominijanni Osteopata D.O.
Membro del registro degli Osteopati d’ Italia.
Ringrazio ancora Giulio e la sua troupe radio per avermi ospitato nella loro trasmissione.
Con l’ occasione vi propongo alcuni dei passaggi che ritengo più interessanti
Giulio: “Spesso c’è un po’ di confusione, nel senso che le persone fanno un po’ fatica a distinguere la figura dell’ Osteopata , per esempio, dal fisioterapista. Probabilmente alcuni di noi mettono ancora tutto nell’ambito del massaggiatore”
Claudia: “ …. c’è anche chi ci chiama scherzando “gli scrocchia ossa” perché il nome Osteopatia può effettivamente far pensare ,come luogo comune ,che l’Osteopata lavori solo a livello strutturale ( e quindi ossa, muscoli e legamenti ).In realtà si lavora anche a livello viscerale, cranio sacrale, per cui è un discorso molto più ampio.Si occupa di tutti quei casi che non sono ancora sfociati in malattia: previene e cura il sintomo”
Giulio: “ Per cui fa un lavoro importante di prevenzione. Quindi è anche per tutte quelle persone che non hanno ancora un disturbo manifesto però cominciano ad avvertire qualcosa? l’ Osteopata può intervenire nella globalità del corpo…. ”
Claudia: “ Esatto, proprio perché l’ Osteopatia non si occupa solo di traumi (quindi incidenti) ma anche di tutti quei casi che sempre più spesso vengono catalogati ed archiviati come “ idiopatici” , mentre invece di idiopatico spesso c’è ben poco “. “ Attraverso test specifici, attraverso tecniche manuali dolci e non invasive – non si utilizzano farmaci né macchinari – si arriva a comprendere la causa del motivo di consulto del paziente. L’ obiettivo è quello di capire quale è la causa”.
Sempre più spesso , infatti, la sede del dolore ( o fastidio etc…) che riferisce il paziente non è il reale punto di partenza della disfunzione. Ragion per cui, prima di affannarsi a trattare la zona circoscritta e concentrarsi unicamente sul sintomo, occorre comprendere quale sia il distretto corporeo da cui il sintomo ha effettivamente avuto origine. Successivamente, si procederà con il trattamento più adatto al soggetto.
Se per esempio arriva un paziente con un forte dolore lombare e ci affrettiamo a dare sollievo a quella zona con trattamenti Trigger Point piuttosto che Trust vertebrali senza aver effettuato tutti i test del caso, accadrà che il paziente dopo pochi giorni di sollievo si trovi punto e a capo, proprio perché ci siamo concentrati solo sul sintomo e non sull’ origine di quest’ ultimo. Origine che ,per esempio, in casi di lombalgia risulta essere sempre più spesso l’intestino o la radice del mesentere.
Per cui in questi casi trattamenti unicamente strutturali non hanno presa su pazienti che invece necessitano di trattamenti viscerali.
Sia chiaro, quando parliamo di disfunzione Osteopatica parliamo SEMPRE di una restrizione di mobilità di una zona x del nostro corpo. Mobilità che è necessario ripristinare al fine di mantenere o recuperare il nostro stato di salute.
Giulio : “ Questo è molto interessante,…. Perché è chiaro che una persona “non addetta ai lavori” non penserebbe mai che per esempio un dolore al braccio possa derivare da un problema al fegato” “L’Osteopatia sappiamo che è una disciplina molto antica che nasce negli Stati Uniti, poi si è sviluppata,…..e ancora adesso è molto sviluppata in Francia….. in Italia sempre di più anche in ambito sportivo. C’ è quel problema che riguarda il riconoscimento ?”
Claudia : “ Si, esatto. Diciamo che c’è ancora un po’ da lavorare in questo senso però siamo sicuramente a buon punto”.
Paola Sciomachen , presidente del Registro degli Osteopati d’ Italia, recentemente ha riportato che “ Il Ddl Lorenzin, che all'art. 4 prevede il riconoscimento dell'osteopatia come professione sanitaria, è stato approvato in Senato nel maggio dello scorso anno in seguito a un lungo iter iniziato quasi tre anni fa.
Ora, dopo un lungo ciclo di audizioni della Commissione Affari Sociali della Camera, il Ddl è entrato in una fase di stallo. Nelle ultime settimane abbiamo diffuso i risultati della prima indagine demoscopica sull'osteopatia, che dimostrano la grande diffusione di questa professione nel nostro Paese, con ben 10 milioni di italiani che la scelgono. L'osteopatia rappresenta già un sistema di cura scelto dai pazienti, ed è evidente quanto sia urgente e necessario definirne ruolo e competenze e quindi un iter formativo univoco, un albo e un codice deontologico di riferimento per il suo esercizio, a tutela prima di tutto dei pazienti.
Ritengo che questa fotografia sulla diffusione dell'osteopatia in Italia abbia contribuito a riaccendere l'attenzione sul DDL e sul nostro articolo. Il governo conferma la sua posizione di favore e la commissione Affari Sociali sembra intenzionata a continuare nella stessa direzione “.
Come cittadini è possibile tutelarsi e far sentire la propria voce firmando la petizione #Osteopatiriconosciuti.
In questa fase di passaggio, più che mai, occorre informarsi sul professionista al quale decidiamo di affidarci e sul percorso formativo conseguito ( fondamentale che la scuola di formazione sia riconosciuta dai criteri R.O.I., Registro degli Osteopati d’ Italia ). Purtroppo quest’ ultima informazione è difficile da avere se non attraverso un passa parola. Ciò che è possibile verificare personalmente, invece, è l’ iscrizione del professionista al Registro degli Osteopati d’ Italia, attraverso il sito www.registro-osteopati-italia.com . Ne esistono anche altri, il R.O.I. rimane comunque attualmente il principale Registro che si sta battendo per il riconoscimento dell’ Osteopatia, nell’ interesse del paziente e del professionista.
Giulio : “ Claudia, so che conduci anche dei trattamenti per le donne in gravidanza. Giusto? “
Claudia : “ Si, sia seminari che eventi, sia individuali che esperienze di gruppo…” “ Si lavora molto sull’integrazione di un lavoro posturale, e quindi osteopatico, con un lavoro di tecniche di rilassamento. Questo proprio nell’ ottica della filosofia Osteopatica che considera l’ individuo nella sua globalità, e quindi corpo mente e spirito “.
N.B. E’ POSSIBILE VISUALIZZARE L’INTERVISTA VIDEO INTEGRALE ACCEDENDO ALLA PAGINA FACEBOOK “ CD CLAUDIA DOMINIJANNI OSTEOPATA D.O.” O CLICCANDO IL LINK YOUTUBE SOTTOSTANTE
https://www.youtube.com/watch?v=n9HCJnrKGWk
Claudia Dominijanni Osteopata D.O.
Orme di salute, Osteopatia e postura: l'Osteopata spiega come adottare una postura corretta
La postura può essere definita come la posizione che assume, in statica o in dinamica, il corpo umano in opposizione alla forza di gravità.
È l’adattamento personalizzato di ogni individuo all'ambiente fisico, psichico ed emozionale.
E’ un insieme molto complesso di strutture e sistemi circolari che collaborano tra loro, quali : sistema nervoso centrale e periferico, piede, muscoli e articolazioni, occhio, sistema cutaneo, app. stomatognatico, orecchio interno, linee di forza etc…

IL PIEDE COME PUNTO DI PARTENZA
Il piede rappresenta il punto fisso al suolo su cui grava l’intero peso del corpo.
Esso si trova alla base del sistema di controllo anti gravitario (sistema tonico posturale) che consente all’uomo di assumere la postura eretta e di spostarsi nello spazio.
Il piede è sia un effettore sia un ricettore. Riceve ed esegue dei comandi tramite i muscoli, e nel contempo interagisce col resto del corpo fornendo costanti informazioni provenienti dagli esterocettori cutanei presenti sulla sua pianta e dai propriocettori dei suoi muscoli, fascia, tendini e articolazioni.
Gli esterocettori cutanei del piede sono ad alta sensibilità e rappresentano l’interfaccia costante tra l’ambiente e il sistema dell’equilibrio.
Quando camminiamo i nostri piedi ammortizzano e rilanciano il nostro corpo ad ogni passo, anche attraverso i movimenti di pronazione e supinazione.
Durante la fase di appoggio del piede l’arco plantare si riduce e, come una molla, ci dà la spinta per camminare in avanti.
Se una o più componenti ( ossa, muscoli, legamenti) del piede alterano per “x” motivi la loro biomeccanica fisiologica, l’arco plantare non ammortizzerà correttamente ed incorreremo presto in dolori alle caviglie e alla schiena, ma non solo.
Le restrizioni di mobilità a livello plantare andranno a provocare ripercussioni sulla colonna vertebrale, e sempre più spesso - come conseguenza – anche a livello viscerale, causando mal di pancia, gonfiore, sintomi da colon irritabile, ma anche carie ai denti ( date per esempio da reflusso esofageo) etc…..
Una accurata valutazione del piede può rivelarci informazioni preziose per valutare minuziosamente lo schema posturale che accompagna quotidianamente il paziente, e quindi per lavorare sui punti deboli e rafforzare le risorse del nostro corpo ed accompagnarlo verso uno stato di salute e benessere.
Se si guardano le suole delle proprie scarpe, infatti, è possibile individuare alcune zone più consumate che corrispondono a cattive abitudini posturali che, alla lunga, possono causare dolori e altre patologie.
PRONATORE, SUPINATORE, NEUTRO O NORMALE?
Neutro o normale è il termine con il quale si indica un individuo che ha un appoggio corretto del piede e che non inclina il tallone.
Il pronatore invece, detto anche “piede piatto”, scarica sulla parte interna e le suole sono consumate soprattutto in questo punto.
Il supinatore appoggia il peso del corpo sulla parte più esterna e, di conseguenza, le sue scarpe hanno suole più consumate all’esterno.

IMPRONTE
Per scoprire il tipo di appoggio che si ha si puo’ fare un semplice test chiamato test del bagnato:
Se hai dubbi sulla qualità del tuo appoggio, prendi un vecchio giornale di un quotidiano e metti entrambi i piedi sopra. Osserva le impronte che hai lasciato con entrambi i piedi e ripeti il test per tre volte in modo da verificare che il risultato sia sempre uguale.
Paragona il tutto alle immagine qui sotto.
Se le impronte che hai lasciato sono uguali all’ appoggio neutro vuol dire che il tuo equilibrio è preservato e puoi valutare con tutta calma se iniziare o meno un percorso di prevenzione con il tuo Osteopata. Attualmente i tuoi piedi stanno bene!!
Se l’impronta è simile al secondo caso o al terzo puoi iniziare a pensare quanto meno di fissare una consulenza per capirne di più.
Nel frattempo evita scarpe piatte come le converse o inserisci delle solette ammortizzanti nelle scarpe.
Impara a conoscere il tuo corpo e affidati al tuo medico di base e al tuo Osteopata di fiducia per farti aiutare.

CONCETTO DI GLOBALITA’
Se dovessimo chiedere a 100 persone che si occupano di postura di definire la posturologia, molto probabilmente otterremmo numerose definizioni diverse tra loro.
Ci sono infatti molte figure professionali che si occupano di postura: l' Osteopata,il podologo, il dentista, il chinesiologo, il fisiatra, l'ortottista e molte altre ancora, ognuna con un taglio proprio ed affine alla sua specializzazione.
Da ciò si deduce che la posturologia non può esistere se non all'interno di una concezione globale del corpo e della "malattia" ed è per questo che viene definita una scienza transdisciplinare.

PREVENZIONE
Per evitare di danneggiare la salute è fondamentale scegliere calzature di qualità e, se si pratica sport, modelli ad hoc in grado di ammortizzare correttamente il peso. E’ opportuno indossare calzature comode e non eccessivamente strette, in modo che le dita siano completamente distese e ben appoggiate sulla pianta.
Un esercizio facile per tonificare la muscolatura e rilassare il piede è camminare scalzi sia sul pavimento di casa che al mare o in campagna.
In alcuni casi è indicato effettuare esercizi con la pallina e con attrezzi che verranno valutati in sede di trattamento in base alla storia clinica del paziente e alla sua postura.
RICORDA SEMPRE CHE…
Oltre a tutto quello che abbiamo detto fin’ ora… la postura è il modo che abbiamo di «stare al mondo» !!
Non mi stancherò mai di ripetere che occuparsi veramente di sè stessi è prendersi cura del proprio corpo, della propria psiche e del proprio spirito.
Se non sai da quale di queste 3 componenti iniziare non importa, l’ essenziale – per rimanere in tema- è fare il primo passo, al quale seguirà sicuramente un secondo ed inevitabilmente un terzo e poi a seguire.
Claudia Dominijanni
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Claudia Dominijanni, Osteopata a Roma
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Quando bisognerebbe rivolgersi ad un osteopata?
Per fare una visita di prevenzione: è consigliabile a tutti (anche in assenza di dolore) per mantenere una buona qualità di vita ed evitare problematiche disfunzionali che a lungo andare possono sfociare in dolore e patologie.
Per sintomi archiviati come idiopatici.
Quando si presentano dolori muscolo-scheletrici: per recuperare movimento e ripristinare l'equilibrio del proprio sistema.
Durante una cura dentistica: poichè il trattamento manipolativo osteopatico metterà la persona nella migliore condizione possibile per adattare la correzione ortodontica.
Se si pratica attività sportiva: utile soprattutto per evitare infortuni e lesioni muscolari e articolari, aumentare le prestazioni fisiche-sportive, risolvere dolori muscolo scheletrici o tendinei.
Quando si presentano frequenti mal di testa, dolore cervicale o problemi di mantenimento dell’equilibrio dovuti ad una postura scorretta.
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Osteopatia e gravidanza
OSTEOPATIA E GRAVIDANZA
Preparazione al parto, sostegno durante la gestazione, riequilibrio post parto
Lo scopo del trattamento Osteopatico è quello di donare alla mamma benessere ed equilibrio che le permetteranno di vivere una gravidanza serena, accompagnandola dal pre al post parto.
Durante i mesi che vanno dal concepimento al parto ,infatti, i trattamenti effettuati sono mirati a preparare le strutture deputate all’ espulsione del feto, con l’obiettivo di diminuire il più possibile il dolore durante il lieto evento e di consentire un passaggio meno traumatico al nascituro.
Per far si che ciò accada occorre che tutte le articolazioni ed i legamenti del bacino siano mobili, libere, senza alcuna restrizioni di movimento.
Altro punto su cui l’osteopata lavora con particolare attenzione è il diaframma, che col trascorrere dei mesi viene compresso dalla crescita del pancione. Le manipolazioni permettono di restituire una migliore funzionalità respiratoria, fondamentale durante il parto per aiutare la mamma a liberare le tensioni fisiche ed emotive, assecondare al meglio le contrazioni, alleviare il dolore, ossigenare tutto l’organismo, che quindi lavorerà in modo più efficace.
La gravidanza è una fase di grande cambiamento posturale e per alcune donne significa anche dover fronteggiare alcuni malesseri legati alla progressiva crescita del bambino nel grembo materno che, di settimana in settimana, provoca lo spostamento del centro di gravità e continue modifiche sia strutturali che viscerali.
Dal quarto mese la postura inizia a modificarsi in modo più sensibile ed ecco che possono comparire lombalgia e dorsalgie.
Con l’arrivo dei mesi seguenti compaiono anche una serie disturbi a carico dei visceri e ne sono spesso bersaglio l’apparato urinario, quello gastrico con acidità e dolori di stomaco. Questi sintomi si presentano proporzionalmente all’aumento di volume dell’utero, in particolar modo quando la mobilità dei citati organi è ridotta, e proprio su questo andrà ad agire l’osteopata.
Il trattamento osteopatico in questi casi mirerà a facilitare e migliorare il sistema respiratorio diaframmatico permettendo una più corretta circolazione dei liquidi corporei.
Nella fase finale della gravidanza occorre preparare il corpo della donna al parto.
L’ osteopata dovrà migliorare la mobilita di tutte le strutture coinvolte in questa fase. L’attenzione sarà concentrata alle anche, al bacino e all’osso sacro in modo che siano sufficientemente mobili. Si cercherà inoltre di mantenere tutte le strutture muscolari che riguardano il pavimento pelvico sufficientemente elastiche per facilitare la fase espulsiva.
L'Osteopatia allevia sofferenze e dolori causati dai cambiamenti di peso e postura sia durante che dopo la gravidanza, avvalendosi di tecniche manuali, ed ovvia all'utilizzo di analgesici e antiinfiammatori durante questo periodo delicato per la donna e per il nascituro.

Quando effettuare il primo trattamento osteopatico?
Il primo incontro avviene dopo il terzo mese di gravidanza.
L’osteopatia utilizza tecniche manuali dolci e non invasive, per questo si può utilizzare senza problemi durante tutto il periodo di dolce attesa, ciò nonostante personalmente preferisco “lasciare tranquilla” la futura mamma per i primi tre mesi.
Durante il primo trimestre si consiglia un primo incontro conoscitivo che ha l'obiettivo di: illustrare alla futura mamma il percorso Osteopatico che sceglierà di intraprendere, informare e sciogliere i dubbi, fornire i primi strumenti utili per padroneggiare i primi cambiamenti posturali.
Durante il primo incontro si valuta la presenza di eventuali squilibri e si effettua il primo trattamento.
Il secondo avviene a distanza di circa 10-15 giorni, per poi valutare a che distanza fissare le sedute successive, in base alla risposta individuale.
L’iter classico che consiglio, per effettuare un lavoro completo, è caratterizzato da 5 incontri “base” ravvicinati, e da successivi “richiami” che saranno distribuiti a distanza di un mese l’uno dall’altro.
Per esempio, se i primi 5 trattamenti avvengono (situazione ideale) tra il quarto ed il quinto mese , i seguenti incontri saranno: uno durante il sesto mese, uno durante il settimo, uno durante l’ottavo, uno durante il nono.
Chiaramente bisogna considerare che ogni donna è diversa dall'altra , e di conseguenza anche gli adattamenti che la futura mamma avverte durante il periodo della gestazione, ragion per cui non esiste un vero e proprio schema di sedute e trattamenti.
Il percorso perciò sarà personalizzato in base alle esigenze del paziente.


L’Osteopatia dopo il parto
L’osteopatia risulta utile nei mesi successivi alla nascita sia alla puerpera che al bambino, riarmonizzando la struttura ossea della pelvi dopo il passaggio fetale, migliorando notevolmente i disagi vascolari e muscolo tendinei occorsi durante le dilatazioni e le spinte del parto.
La donna utilizza il suo corpo superando i limiti strutturali ai quali era stato abituato fino alla data del concepimento. Con il parto effettua quello che uno sportivo di alto livello compie durante una prestazione agonistica al limite delle possibilità strutturali.
Ne consegue una fase di recupero estremamente importante e degna di attenzione, onde evitare l’insorgere di patologie funzionali post-parto quali: lombo-sciatalgie, cruralgie, ptosi viscerale, incontinenze, algie pelviche e vertebrali, edemi degli arti inferiori, prolasso dell’utero, cicatrici post cesareo.
L'Osteopatia è utile anche per il neonato
Come per la mamma, anche per il bambino il momento della nascita costituisce un impegno considerevole, poiché il piccolo deve spingere per avanzare lungo il canale del parto, sottoposto alle contrazioni uterine, mentre la sua testolina deve restringersi per adattarsi alle ridotte misure del bacino materno. Un vero e proprio trauma che le sue ossa, non ancora completamente ossificate, sono in grado di affrontare e di assorbire ( grazie alla loro flessibilità e duttilità), riposizionandosi spontaneamente nel giro di pochi giorni.
A volte, tuttavia, specie se la nascita è stata particolarmente difficoltosa (travaglio lungo, parto podalico, cordone ombelicale attorcigliato, etc…), il neonato può incorrere in disturbi di vario genere, come rigurgiti, colichette, problemi di sonno, irritabilità.
Il professionista, tramite manipolazioni estremamente delicate a livello cranio-sacrale, corregge le disfunzioni, riportando le ossa nella corretta posizione.
Un lavoro ancora più efficace se già durante la gravidanza l’osteopata ha avuto modo di conoscere la struttura delle ossa del bacino materno, poiché saprà già quali possono essere le eventuali problematiche neonatali e come lavorare in modo ottimale sul bambino appena nato.
È importante sapere che il passaggio della testa nel canale del parto determina un modellamento delle ossa craniche e uno stimolo meccanico fondamentale per un corretto sviluppo di tutto il corpo; se questo viene a mancare, come in caso di parto cesareo, l'intervento dell'osteopata sarà necessario per favorire una crescita più fisiologica e naturale possibile.
Osteopatia e massaggio neonatale
Il massaggio neonatale è un vero e proprio messaggio d’amore che ha l’obiettivo di riprodurre le sensazioni rassicuranti che il piccolo provava quando era nell’utero materno, e di rafforzare il contatto fisico tra mamma e figlio.
Questo massaggio produce molti benefici al bebè, alcuni dei quali hanno degli effetti immediati.
Il piccolo, infatti, sarà sicuramente più sereno e tranquillo , avrà meno difficoltà ad addormentarsi e con ogni probabilità dormirà più a lungo.
Il massaggio neonatale può servire inoltre per ristabilire l’equilibrio emozionale con la mamma, per aiutare a migliorare la circolazione sanguigna e linfatica, l' insonnia, l'irritabilità, e per favorire l’idratazione cutanea.

Corpo, mente, anima
Come metodologia olistica l'osteopatia considera l'individuo nella sua globalità: ogni parte costituente la persona è dipendente dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell'intera struttura.
Siamo corpo, mente e anima (quale che sia il significato che vogliamo attribuire a quest’ultima).
Agendo su una di queste tre componenti, dunque, si avrà inevitabilmente una risposta anche sulle altre.
Durante la mia esperienza lavorativa ho avuto modo di abbracciare in pieno questa visione.
E’ per questo motivo che sempre più spesso organizzo seminari ed eventi che mirano a fondere il lavoro posturale con quello esperenziale fisio- corporeo.
Il movimento (mirato e modulato in base all’ obiettivo da raggiungere) è “il segreto” per eccellenza da sfruttare per il nostro benessere psicofisico, più che mai durante il periodo della gravidanza.
CLAUDIA DOMINIJANNI, Osteopata D.O. Roma
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Lombalgia: cause e rimedi per il mal di schiena
Lombalgia Cronica: ecco la causa
Nei paesi industrializzati il mal di schiena lombare cronico è una patologia molto frequente nella popolazione ed il suo trattamento comporta enormi costi per la società. Insieme alle malattie da raffreddore, il mal di schiena è la ragione più comune di visita al medico di base.
I dolori lombari inoltre costituiscono una delle principali cause di assenza dal lavoro e di richieste di visite specialistiche, indagini diagnostiche interventi vari, con conseguenti costi sanitari altissimi. Negli Stati Uniti sono state stimate cifre che si aggirano intorno ai 50 milioni di dollari l’anno .
Studi scientifici hanno riconosciuto la validità della valutazione e del trattamento osteopatico anche in presenza di dolore lombare cronico che, soprattutto se effettuato entro il primo mese dall’insorgenza del sintomo, restituisce al paziente il proprio equilibrio muscolo scheletrico, evitando interventi ed esami inutili oltre che onerosi .
Non sono esenti da questa patologia neanche gli atleti, sebbene diverse siano le cause e conseguentemente i trattamenti rispetto alla popolazione normale.
Allora cosa possiamo fare?
L’iter da seguire è piuttosto soggettivo e necessita di una attenta anamnesi che consentirà al professionista di indirizzare correttamente il paziente verso la strada più vantaggiosa possibile.
Durante la prima visita verrà valutata la necessità o meno di effettuare indagini strumentali e saranno eseguiti tutti i test necessari ad inquadrare il motivo di consulto del paziente.
Sempre più spesso, per quanto riguarda la lombalgia cronica, la causa della sintomatologia è data dalla tensione della radice del mesentere.
Trattare questa struttura consente all’organismo di riappropriarsi del proprio equilibrio e far letteralmente scomparire il dolore.
Ma che cosa è la radice del mesentere?
È una lamina sierosa che si presenta come un ampio ventaglio ripiegato che s’inserisce sull’ intestino tenue e si estende dall’ angolo duodeno digiunale alla valvola ileo ciecale. Costituisce la parte fissa solidamente attaccata alla parete addominale posteriore, soprattutto nella sua parte media. Possiamo immaginarla come una linea obliqua orientata in basso e a destra. Topograficamente la radice si proietta sulla trasversa sx di L2, passando davanti al corpo di L 3 per arrivare alla trasversa dx di L5 e spesso sacro iliaca di dx. Tali riferimenti vertebrali sono ovviamente proiezioni date dal sito del viscere e dall’ interposizione di ltre strutture presenti in loco che “collegano” la radice alla colonna vertebrale. E’ il loro rapporto di intermediazione con la radice del mesentere che provoca ripercussioni a livello lombare. Poggiandosi sulla quarta porzione duodenale essa passa sopra l’aorta addominale, la vena cava, i vasi linfatici primitivi. Al suo interno è attraversato da arterie e vene mesenteriche, para e ortosimpatico intestinale e pacchetto linfonodale che è deputato all’ assorbimento intestinale. La radice avrà inoltre dei rapporti con la parte alta della catena lombare sinistra e con quella bassa di quella destra.
In caso di tensione questa radice farà ruotare il tratto lombare e fissare l’articolazione sacro-iliaca destra. E’ una dimostrazione di routine nelle classi di Manipolazione Viscerale Osteopatica liberare la radice del mesentere dopo aver sistemato il tratto lombare, la posizione del sacro e la loro mobilità.

Come è possibile che agendo a livello viscerale ci sia una risposta a livello strutturale lombare?
La disfunzione osteopatica è una restrizione di mobilità, cioè una riduzione della mobilità di un elemento corporeo; essa può dipendere da fattori di diversa natura: fattori traumatici, tossinici, viscerali, posturali, psico emotivi, alimentari.
Una restrizione di mobilità in una parte costringe il resto dell’organismo ad adattarvisi intorno, creando così compensi in altri distretti del corpo che spesso si traducono in sintomatologie più o meno gravi. La disfunzione viscerale non è altro che una perdita di mobilità che si viene a formare in un distretto specifico del viscere a causa di un cattivo scivolamento dell’organo con le strutture che lo circondano.
Questa situazione può verificarsi per fattori intrinsechi nell’organo, interventi chirurgici, traumi diretti. Anche microtraumi perpetuati nel tempo però sono in grado di provocare disfunzioni osteopatiche viscerali.
Le Viscere hanno superfici scivolose e sono in comunicazione con la colonna vertebrale per interposizione di altre strutture. Ad ogni movimento del rachide corrisponde un riflesso sugli organi corrispondenti, provocando il movimento di questi ultimi. Tensioni a questo livello possono alterare o restringere questi movimenti e stressare gli organi e la loro funzionalità.
In altri termini l’organo in questione resterà fissato ad altre strutture e non potrà più muoversi liberamente. Ciò produrrà disturbi alla vascolarizzazione aumentando così il malfunzionamento dell’organo stesso. Considerato il fatto che i visceri si ancorano alla parete addominale posteriore e sono quindi topograficamente in corrispondenza della colonna vertebrale, la loro immobilità porterà squilibri al rachide e per via riflessa ad altre zone del corpo non direttamente connesse con esso.
Appare perciò chiara la dinamica che fa sì che una disfunzione osteopatica della radice del mesentere possa arrecare ripercussioni sul rachide lombare, scatenando così dolore cronico.
Claudia Dominijanni
Osteopata D.O.
